Vaccini e Bambini

A favore dei vaccini ai bambini SI troviamo, in genere, le seguenti categorie di informatori e/o sostenitori: ricercatori, esperti, pediatri, medici, farmacisti, infermieri, genitori e nonni. A favore dei vaccini ai bambini NO troviamo  categorie simili: ricercatori, esperti, pediatri, medici, infermieri, genitori informati, omeopati, naturopati, associazioni familiari, militanti politici, e così via.
Un’indagine condotta presso la Ulss 20 di Verona ha tracciato il profilo del genitore preoccupato che sceglie di non vaccinare i propri figli: istruito, con laurea, un lavoro in settori sanitari, meticoloso ricercatore di notizie nel web e sensibile alle reazioni avverse spesso diffuse col passaparola o dalle associazioni anti-vaccini.
Le principali motivazioni di chi è a favore delle vaccinazioni pediatriche sono:
tutelare la salute del bambino e della comunità, prevenire danni permanenti o transitori seri che possono sottoporre i genitori a sacrifici fisici, mentali ed economici notevoli, assicurare il diritto alla salute ed un futuro di benessere ad ogni bambino.
Le principali motivazioni di chi non è a favore sono più o meno le stesse:
tutelare la salute del bambino e della comunità, prevenire danni permanenti o transitori seri che possono sottoporre i genitori a sacrifici fisici, mentali ed economici notevoli, assicurare il diritto alla salute ed un futuro di benessere ad ogni bambino…e contrastare le ditte farmaceutiche produttrici di vaccini che sarebbero, per gli anti-vaccinisti,  grandi falsificatrici di dati e manipolatrici di persone!
Il dibattito è spesso sostenuto con le stesse argomentazioni interpretate e proiettate sotto sfere intellettive contrapposte ed il genitore è letteralmente disorientato. Vaccini ai bambini SI o NO?
Visto che tutti sono diventati esperti di salute, viste le speculazioni pseudoscientifiche in atto, vediamo qualche dato epidemiologico.
1. Difterite (Vaccino obbligatorio a base di anatossina)
L’incidenza della malattia a livello mondiale è in riduzione a partire dal 1980-1981 in relazione all’incremento delle coperture vaccinali. Nel 2011 sono stati segnalati all’OMS ( organizzazione mondiale della Sanità)  un totale di 4.880 casi contro i 97.164 verificatisi nel 1980. La difterite è presente in molte parti del mondo. Una vasta epidemia di difterite è avvenuta nei Paesi dell’ex Unione Sovietica negli anni ’90, con 157.000 casi riportati e 5.000 morti. Anche se le cause di questa epidemia non sono state completamente comprese, un fattore importante è stata la mancanza di vaccinazioni di routine degli adulti. In Italia, dove la copertura vaccinale supera il 90%, l’ultimo caso di difterite segnalato risale al 1996.
Negli Stati Uniti prima dell’inizio della vaccinazione vi erano circa 100.000-200.000 casi di difterite e 13.000-15.000 morti all’anno. Con l’introduzione del vaccino, a fine degli anni ’40, i casi sono rapidamente diminuiti. Tra il 1970-1979 sono stati riportati circa 196 casi all’anno. Dal 1980 al 2004, sono stati riportati in totale 57 casi (2-3 casi all’anno).
2. Rosolia e Morbillo ( Vaccino facoltativo trivalente Morbillo Parotite Rosolia)
Entrambe malattie esantematiche virali con epidemiologia simile per cui è in atto dal 2003 un Piano di eliminazione del morbillo e della rosolia congenita (PNEMoRc ) entro il 2010 in prima programmazione, entro il 2015 nella riprogrammazione del 23 marzo 2011 approvata dalla Conferenza Stato- Regioni che ha fissato per il 2015:
  • l’eliminazione dei casi di morbillo endemico;
  • l’eliminazione dei casi di rosolia endemica;
  • la riduzione dell’incidenza dei casi di rosolia congenita  a <1 caso ogni 100.000 nati vivi.
Nella Regione dell’OMS Europa, nel 2013 sono stati registrati (dati preliminari) 31.520 casi di morbillo e 39.367 casi di rosolia mentre, nel 2012, i dati indicano rispettivamente 27.134 e 29.601 casi di morbillo e di rosolia.  Il 34% dei casi di morbillo segnalati nel 2013 si è verificato in persone di età superiore ai 20 anni, di questi, il 75% non era vaccinato. Il 96% dei casi di morbillo proviene da 9 Paesi: Georgia (7830), Germania (1773), Italia (2216), Paesi Bassi (2499), Romania (1074), Federazione Russa (2174), Turchia (7404), Ucraina (3308) e Regno Unito (1900). La maggior parte (98%) dei casi di rosolia del 2013 è stata segnalata dalla Polonia (38.585) e l’83% dei casi si è verificato in persone non vaccinate. Dati pubblicati il 04/04/2014 ( vedi referenze in calce).
Negli Stati Uniti secondo i dati americani del CDC ( Center for Disease Control), il 20-50% dei casi di rosolia sono asintomatici. La strategia vaccinale si è rivelata efficace, se si considera che prima della sua attuazione si manifestavano epidemie di rosolia, con decine di migliaia di casi, ogni 6-9 anni.
Nel 1969 è partita la campagna di vaccinazione, con una copertura che ha raggiunto negli ultimi anni il 93%  e una diminuzione drastica dei casi. Rimangono comunque, sempre secondo i CDC, oltre 8 milioni di donne in età riproduttiva suscettibili alla rosolia, per un totale di circa il 10% dei giovani a rischio.
3. Parotite
I dati epidemiologici sui casi di parotite in Italia dal 1996 al 2006 indicano che l’andamento mostra una serie di oscillazioni, con un numero massimo di quasi 65 mila casi riportati nel 1996. A partire dal 1999, anno di inizio della campagna nazionale di eradicazione del Morbillo Parotite Rosolia con vaccino trivalente MPR, il trend vede un calo continuo del numero dei casi di parotite registrati, fino al minimo rappresentato dai 721 casi identificati nel 2010.
4. Pertosse ( vaccino facoltativo)
Analizzando i dati epidemiologici sui casi di pertosse in Italia dal 1996 al 2006 notiamo che l’andamento mostra un picco di quasi 7 mila casi riportati nel 1998. A partire dalla fine degli anni Novanta, il trend vede una diminuzione del numero dei casi, fino al minimo rappresentato dagli 802 casi identificati nel 2005.
Oggi il 90% dei casi di pertosse si registrano proprio nelle popolazioni in cui non viene effettuata la vaccinazione e in questi casi la pertosse può portare a una mortalità elevata nei bambini.
5. Varicella (vaccino facoltativo)
Secondo i dati raccolti nel 2005 dalla rete di Sorveglianza Pediatri Sentinella dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità) , la varicella è stata la malattia infettiva più frequente in Italia, con un’incidenza di 40 casi per 1000, leggermente in calo rispetto al 2004 e senza rilevanti differenze per area geografica. La fascia di età più colpita è stata quella dei bambini tra 1 e 4 anni di età, con un’incidenza di 73 casi per 1000.
Nell’era pre-vaccino, negli Stati Uniti la varicella era considerata endemica e, potenzialmente, tutte le persone potevano contrarre questa infezione prima di diventare adulti. Approssimativamente il numero dei casi annuali si approssimava intorno a 4 milioni, l’85% dei casi si verificava tra i ragazzi minori di 15 anni. La fascia di età di maggior incidenza (39% dei casi) erano i bambini di 1-4 anni. Questa distribuzione era probabilmente dovuta a un’esposizione precoce al virus della varicella in ambienti come l’asilo. Il 38% dei casi si verificava tra i bambini di età compresa tra 5 e 9 anni, il 7% tra gli adulti con più di 20 anni.
Da quando nel 1995 è disponibile il vaccino, l’incidenza è diminuita sensibilmente. Da un confronto con i dati del 1995 risulta che per il 2004 c’è stata una diminuzione del 83%-93%.
I dati esposti provengono da sistemi di sorveglianza europei ed americani inconfutabili, dunque i numeri sono chiari e la conclusione è semplice: i vaccini proteggono! Il genitore che sceglie di non  vaccinare il figlio deve imparare a riconoscere i sintomi ed allertare immediatamente il medico che deve tutelare il bimbo, la famiglia e la comunità. Le epidemie sono controllate da una soglia di copertura vaccinale adeguata ( > 90%), se scende possono riemergere malattie infantili e l’impatto dipenderà dalla suscettibilità della popolazione coinvolta. L’OMS continua a sensibilizzare l’opinione pubblica sui benefici dei vaccini e spera di evitare milioni di morti attraverso l’uso dei vaccini, migliorando lo stato della salute mondiale entro il 2020. Si sono svolte recentemente la settimana europea delle vaccinazioni (22-26 aprile), durante la quale  l’OMS Europa ha diffuso due video che promuovono la cultura vaccinale per morbillo e rosolia e la settimana mondiale delle vaccinazioni, svoltasi quasi in concomitanza (24-30 aprile) il cui  slogan è Immunize for a healthy future: Know, Check, Protect  – “Vaccinare per un futuro sano: Conoscere, Verificare, Proteggere“.
Basta con le bufale ed i dubbi!
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