Attacco di panico

Pubblico integralmente l'articolo dal seguente link che descrive benissimo il DAP  e ne consiglio la letura agli alunni delle classi coinvolte nel progetto "L'importanza del sorriso" dell'IISS Notarangelo-Rosati
http://www.newspsicologia.com/2013/10/25/attacco-di-panico/ 

L’attacco di panico è un episodio di acuto terrore in assenza di reale pericolo che si manifesta come un “fulmine a ciel sereno”, e può insorgere in qualsiasi momento, in qualunque situazione. Parte di questi episodi, invece, sono legati a situazioni specifiche. Quando l’attacco di panico sta per manifestarsi, nessun luogo, persona o azione può scongiurare l’insorgenza o rassicurare il soggetto, almeno fino a quando la crisi non cessa.

Cosa avviene durante un attacco di panico?

Un episodio di panico può durare diversi minuti, spesso preceduto da un periodo più o meno lungo di ansia intensa, definita come un emozione spiacevole caratterizzata da una sensazione generica di pericolo, paura e attivazione fisiologica. Quando il soggetto inizia ad esperire il panico, viene travolto da un insieme di sintomi specifici quali terrore, tachicardia, sudorazione, agitazione, disorientamento, cefalea, dispnea, tremori, vampate di calore, fastidi all’addome e al petto, intensa paura di morire. In quei minuti il soggetto ha un forte impulso a fuggire o a chiedere aiuto. Nell’attimo in cui l’episodio di panico svanisce, ciò che resta, oltre alla paura, è uno stress psicofisico non indifferente. Per capirne le cause dovremmo far riferimento ad una vastissima letteratura, che comprende teorie riguardo la causalità multipla di componenti comportamentali, cognitive, biologiche, ma soprattutto psicodinamiche. Questo è un punto chiave del nostro discorso.
Sappiamo che l’attacco di panico è un vulcano che esplode senza preavviso e che può essere il preludio o parte integrante di altri disturbi specifici quali agorafobia e paura della paura (preoccupazione della possibilità di avere altri attacchi in futuro), disturbi di depersonalizzazione, disturbi del sonno, disturbi sessuali, disturbi somatoformi, anedonia, quindi tutto ciò che è legato alla somatizzazione (ultimo tentativo difensivo) di ansia e angoscia.
Alla base di ciò, da un punto di vista psicodinamico, vi è il tentativo disperato della persona di controllare ogni aspetto della propria vita, immergendo se stesso in un paradosso caratterizzato da malessere costante, scaturito proprio dal tentativo di sentirsi meglio, ma che invece non porta altro che a ulteriori problematiche. Non a caso il disturbo di panico (DP) (che secondo il DSM-IV-TR comprende diversi episodi di panico pur non essendo questi ultimi gli unici criteri diagnostici del DP) e il disturbo d’ansia generalizzato (DAG), sono spesso accompagnati da sintomi somatici quali infezioni, disturbi grastrointestinali, cefalee, dolori al petto , tachicardia, apnee notturne, proprio a conferma dell’imprescindibilità della connessione mente – corpo. Si, perché l’attacco di panico può essere il risultato di un controllo rigido delle nostre emozioni, nonché di una cattiva “manutenzione” della psiche e del corpo. Il problema dell’ansia e dell’angoscia, e di tutta la sintomatologia associata, è un forte segnale di qualche cosa che è sottostante. “Il corpo grida quello che la bocca tace” anche e soprattutto, attraverso l’attacco di panico.



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