Integrazione per la classe V ec-dietista
STRESS
STRESS
È
un meccanismo di adattamento e non rappresenta di per sé una risposta
patologica: è conseguenza di un’attivazione
emozionale prodotta da stimoli sia interni sia esterni, che superano un
filtro cognitivo e vengono considerati una minaccia.
A
tale attivazione emozionale fa seguito una serie di manifestazioni
comportamentali, somatiche e psichiche riconoscibili come ansia. Lo stress rappresenta una risposta sistemica, globale e
integrata dell’organismo, che coinvolge varie funzioni fisiologiche, a stimoli
potenzialmente nocivi.
L’eustress o “tensione positiva” sta a
testimoniare il buon adattamento della persona agli stimoli esterni ed interni.
In caso contrario, se troppo intenso o prolungato nel tempo può portare ad un
indebolimento generale, può insorgere lo stress nocivo o distress.
Si evidenziano le seguenti fasi nello stress:
ü
Fase di allarme
ü
Fase di resistenza
ü Fase di esaurimento (crollo): l’organismo diventa incapace di mantenere un’adeguata
risposta di adattamento.
Meccanismi fisiologici dello stress
Lo stress interferisce con le funzioni somatiche attraverso
meccanismi fisiologici a livello di:
ü sistema
nervoso vegetativo
ü sistema
immunitario
ü sistema
neuroendocrino
In
ogni individuo, l’organo o il sistema che per struttura, storia pregressa,
sovraccarico funzionale risulta più debole è quello che rischia di ammalarsi in
una situazione stressante (rischio psicosomatico).
Rispetto a potenziali stressors, alcuni eventi
vengono vissuti con particolare intensità emotiva, sia per il loro rilievo
sociale ed affettivo, sia per il contesto temporale e spaziale in cui si trova
il soggetto.
Sindrome
di Burnout :Situazione di stress protratto, in
ambito lavorativo.
Esaurimento psichico ed emotivo che provoca un
atteggiamento negativo nei confronti di se stessi e del proprio lavoro ed un
deterioramento delle relazioni, è una reazione alla tensione emozionale cronica
determinata dal contatto continuo con altre persone, in particolare in
relazioni d’aiuto con persone sofferenti ( la sindrome interessa in particolare
gli educatori e operatori sanitari) .
Sintomi fisici del burnout
Il burnout si manifesta con i seguenti sintomi che si
possono presentare in forme e momenti diversi:
stanchezza,
necessità di dormire, irritabilità, dolore alla schiena, cefalea, stanchezza
agli arti inferiori, dolori viscerali, diarrea, inappetenza, nausea, vertigini,
dolori al petto, alterazioni circadiane, crisi di affanno, crisi di pianto.
Gestione dello stress
Lo stress diventa negativo soprattutto in base ai processi
di autovalutazione adottati; l'alterazione del proprio equilibrio tende a
ripristinarsi spontaneamente mettendo in atto delle strategie di controllo
emozionale e di problem solving, alcune adeguate ed efficaci, altre
disfunzionali che creano un disagio. Lo stress nella sua accezione negativa,
oltre a preludere al burnout, rappresenta di per sé una condizione sgradevole.
Pertanto è auspicabile imparare ad adottare efficaci strategie individuali di
gestione e prevenzione dello stress.
Strategie individuali per affrontare lo
stress
Acquisire, affinare e attingere alle proprie più svariate
risorse individuali, sviluppando adeguate strategie di coping, ossia di
fronteggiamento di situazioni nuove e problematiche.
• utilizzando tecniche di rilassamento
• attraverso la cura di sé e del proprio tempo libero
• partecipando a corsi di formazione
• ricercando nuovi stimoli professionali
• affinando uno stile di comunicazione assertiva
Attraverso l’adozione di strategie funzionali di gestione
dello stress finalizzate alla prevenzione del burnout, l’obiettivo allargato
diviene migliorare la salute, il benessere e la qualità di vita.
La salute mentale è… Star bene con se stessi e con gli altri - Health
21, OMS
(se vuoi continua a leggere su
questo link http://www.farmacoecura.it/malattie/stress-cause-sintomi-e-cura/
)
I DISTURBI
DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE
Con il termine Disturbi del
Comportamento Alimentare (DCA) si fa abitualmente riferimento a un disturbo o
disagio caratterizzato da un alterato rapporto con il cibo e con il proprio
corpo. Nei disturbi alimentari l’alimentazione può assumere caratteristiche
assai disordinate, caotiche, ossessive e ritualistiche tali da compromettere la
possibilità di consumare un pasto in modo “abbastanza normale” e da mantenere
normali attitudini verso il cibo e il momento del pasto. Accanto
all’alterazione del comportamento alimentare vi è una alterata valutazione del
corpo e delle sue forme, con la sensazione di essere grassi e brutti e quindi
socialmente non accettabili. Questa condizione può fortemente influenzare la
propria autostima. Quando le caratteristiche del disturbo alimentare divengono
importanti e coincidono con i criteri diagnostici di uno stato patologico
specifico come quelli riportati nei manuali medici, allora si può parlare di
vera e propria malattia. Tra questi disturbi, classificati come ben precise
patologie, sono comprese l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e i disturbi
non altrimenti specificati (nella terminologia inglese definiti come EDNOS:
Eating Disorders Not Otherwise Specified).
I disturbi dell’alimentazione non
altrimenti specificati (EDNOS nella terminologia inglese) comprendono da un
lato situazioni simili all’anoressia o alla bulimia alle quali manca tuttavia
uno dei criteri richiesti per la diagnosi e vengono perciò definite anche
sindromi parziali o disturbi sotto soglia, dall’altro una serie di disturbi
ancora non completamente definiti e delineati. ( exerciting, nibbling, vomiting,
deiting, ortoressia...)
( NB ti ricordo che questi argomenti sono stati trattati nella
programmazione del precedente a.s.e le anoressie sono a pag. 366.
Altri casi di problemi di natura mentale frequenti nelle comunità sono
:
depressione pag 269
nevrosi, psicosi, autismo e schzofrenia pag. 406-407)
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