Alcolismo

La nostra civiltà occidentale, almeno fino al XIX° secolo, ha rifiutato l'acqua come bevanda di consumo, poiché le si attribuivano patologie gravi, a volte anche letali. Se leggiamo la Bibbia, per esempio, notiamo come l'acqua non venga mai citata come bevanda consumata comunemente. Inoltre non si conoscevano ancora i sistemi che potessero depurare l'acqua dalle scorie e nei paesi occidentali non erano neppure noti i vantaggi legati alla bollitura (come invece succedeva in Oriente). Erano quindi il vino e la birra le principali bevande usate da tutti, a prescindere dall'età. Ma la quantità di alcol presente in queste bevande era di solito piuttosto bassa, per cui anche gli effetti nocivi erano quasi del tutto inesistenti. Certo anche in quei tempi era chiaro come un abuso di alcol potesse provocare spiacevoli conseguenze, come una generale perdita di controllo o attacchi di collera. Ma in generale si tendeva ad esaltare la sensazione di benessere legata al consumo di un bicchiere di vino o birra, consumato magari durante un festoso banchetto. Il vino, in particolare, era definito "il nettare degli dei".
Nelle civiltà antiche, inoltre, l'alcol era considerato una fonte di calorie, e quindi di vero e proprio nutrimento. La birra, per esempio, fornisce elementi di importanza vitale, come i sali minerali e le vitamine. La distillazione, quale procedimento che concentra e circoscrive la quantità di etanolo nelle bevande, mise in risalto quali fossero gli effetti di un eccessivo dosaggio di alcol. Durante gli anni oscuri del Medioevo, l'alcol veniva usato nella preparazione di alcuni medicinali, e somministrato agli ammalati di peste, per lenire la sofferenza e dare loro una sensazione- seppure momentanea- di benessere. All'alcol si attribuivano addirittura poteri magici di guarigione.
Nel 1800 l'industrializzazione comportò un aumento vertiginoso degli abitanti nelle grandi città. L'introduzione progressiva di sistemi di depurazione dell'acqua corrente portò ad eliminare le bevande alcoliche dall'uso quotidiano, e a relegarle piuttosto in momenti particolari.


L’alcolismo è una patologia cronica in cui l’organismo diventa dipendente dall’alcol. Gli alcolisti non riescono a controllare il loro rapporto con l’alcol: non hanno il controllo
- del momento in cui bere,
- della quantità ingerita,
- del numero di bicchieri bevuti in ciascun’occasione.
Quando si soffre di alcolismo si continua a bere anche quando si sa perfettamente che l’alcol causa problemi relazionali, di salute, lavorativi o economici.

CAUSE: Il consumo eccessivo dell’alcol, con l’andare del tempo modifica l’equilibrio dei neurotrasmettitori cerebrali connessi al piacere del bere. L’abuso di alcol sul lungo periodo può modificare l’equilibrio di queste sostanze chimiche, inducendo l’organismo a desiderare l’alcol per sentirsi bene o per evitare le sensazioni negative.

SINTOMI: L’alcol ha effetti sia fisici che psichici sull’organismo! Dal punto di vista psicologico, l’alcol ha il gradevole effetto iniziale di ridurre le inibizioni, e così permette di dire o fare cose che normalmente sembrerebbero imbarazzanti o inopportune. D’altra parte, se l’eccessivo consumo di alcol viene mantenuto per un tempo sufficiente, si entra in uno stato di dipendenza: il desiderio dell’alcol diviene particolarmente intenso, e se si smette di bere si provano dei sintomi fisici molto sgradevoli, che possono comprendere tremori, sudorazione profusa, diarrea, nausea, vomito e attacchi d’ansia. L’abuso di bevande alcoliche di lunga durata può avere effetti disastrosi sull’organismo. Ogni organo del corpo può essere danneggiato dai suoi effetti venefici. Se è lesionato il fegato, l’appetito diminuisce e si avvertono dolori. Negli stadi più avanzati di insufficienza epatica, si può notare che le palme delle mani sono sempre arrossate: questo segno viene chiamato eritema palmare. Infine, quando il fegato smette di funzionare, l’addome può riempirsi di liquido. Gli effetti sui muscoli sono altrettanto gravi: insorge una condizione chiamata miopatia, per cui i muscoli diventano deboli e doloranti. Se è danneggiato il muscolo cardiaco (cardiomiopatia), si è maggiormente soggetti agli attacchi coronarici, all’angina pectoris e all’infarto. L'apparato digerente reagisce all’eccesso di alcol con il vomito e la diarrea, ma può anche andare incontro ad ulcere gastriche o duodenali. A questo punto, ogni bevanda alcolica peggiora la situazione.

PERICOLI: L’alcol deprime il sistema nervoso centrale. In alcune persone la reazione iniziale può essere di stimolazione, ma, se si continua a bere l’effetto è sedativo. L’alcol abbassa i freni inibitori e ha ricadute negative sul pensiero razionale, sulle emozioni e sulla capacità di giudizio. Se si beve troppo, la capacità di parlare e la coordinazione muscolare ne risentono, come anche i centri nervosi vitali. Se poi si esagera in modo significativo si può arrivare al coma etilico, una situazione potenzialmente fatale.

Tra i problemi di salute causati dall’eccessiva assunzione di alcolici ricordiamo:

- Disturbi epatici. L’alcolismo può causare l’epatite alcolica, un’infiammazione epatica. Dopo anni di alcolismo, l’epatite può distruggere e danneggiare irreversibilmente e progressivamente i tessuti del fegato (cirrosi epatica).

- Problemi digestivi. L’alcol può causare l’infiammazione della mucosa dello stomaco (gastrite) ed è in grado di interferire con l’assorbimento delle vitamine del gruppo B e di altre sostanze nutritive. Se si beve troppo può risentirne anche il pancreas, che produce gli ormoni che regolano il metabolismo e gli enzimi che contribuiscono alla digestione dei grassi, delle proteine e dei carboidrati.

- Problemi cardiaci. L’alcolismo può provocare problemi di pressione alta ed aumentare il rischio di insufficienza cardiaca o ictus.

- Complicazioni del diabete. L’alcol interferisce con il rilascio del glucosio nel fegato e può aumentare il rischio di ipoglicemia (livello di glucosio nel sangue troppo basso).

- Problemi agli occhi. Con l’andare del tempo, l’abuso di alcol può causare debolezza e paralisi dei muscoli oculari.

- Malattie congenite. L’abuso di alcol durante la gravidanza può causare la sindrome alcolica fetale: il bambino può manifestare già alla nascita problemi fisici e di sviluppo.

- Osteoporosi. L’alcol può interferire con la formazione del tessuto osseo. Le ossa, quindi, possono diventare fragili e presentare un maggior rischio di fratture.

DIAGNOSI: Per controllare le condizioni fisiche dell’alcolista, il medico prescrive degli esami del sangue, che servono a verificare fino a che punto il fegato sia riuscito a reagire al sovraccarico imposto dall’alcol, e anche ad accertare se l’alcol ha danneggiato i globuli rossi. Nei casi di alcolismo, queste cellule diventano spesso più grandi; per un effetto tossico diretto. Se il paziente ha avuto un episodio convulsivo, è necessario un elettroencefalogramma (EEG), per controllare se è veramente epilettico o no. Se si sospettano delle alterazioni a carico del cuore, si esegue un elettrocardiograma.

CURA E TERAPIA: Molte persone affette dall’alcolismo sono restie a farsi curare, perché non si rendono conto di avere un problema. Per aiutare chi ha problemi con l’alcol esistono diversi tipi di terapia, a seconda delle circostanze può consistere in un intervento breve, in una serie di consulenze psicologiche senza necessità di ricovero presso una struttura, oppure nel ricovero presso una struttura residenziale.

La terapia per l’alcolismo può comprendere:

- Disintossicazione e astinenza. La terapia per l’alcolismo può iniziare con un programma di disintossicazione, che di solito dura da quattro a sette giorni. Probabilmente dovrete assumere dei sedativi per prevenire il tremore, la confusione mentale, le allucinazioni o gli altri sintomi dell’astinenza. La disintossicazione di solito avviene in strutture apposite o in ospedale.

- Consulenza psicologica. La consulenza e la terapia, sia di gruppo sia individuale, aiutano a risolvere gli aspetti psicologici dell’alcolismo. Possono anche essere utili la terapia di coppia o famigliare: l’aiuto della famiglia può rappresentare un aspetto importante del processo di guarigione.

-Supporto continuo. I programmi di aiuto continuo e i gruppi di supporto aiutano chi sta cercando di guarire dall’alcolismo o dall’abuso di alcol a smettere di bere, a gestire le ricadute e ad effettuare gli opportuni cambiamenti nello stile di vita. Possono comprendere un aiuto medico o psicologico oppure la frequentazione di un gruppo di supporto, ad esempio gli Alcolisti Anonimi.

- Terapia per i problemi psicologici. L’alcolismo di solito è accompagnato da altri problemi psicologici. Può essere necessario ricorrere alla terapia psicologica (psicoterapia), ai farmaci o ad altre terapie per la depressione, l’ansia o altri problemi psicologici.

- Terapia per le malattie connesse. Tra i problemi di salute che di frequente sono collegati all’alcol ricordiamo: l’ipertensione, l’iperglicemia, i disturbi epatici e cardiaci.

PREVENZIONE: L’intervento tempestivo è fondamentale per prevenire l’alcolismo tra gli adolescenti. Per i giovani la probabilità di dipendenza dipende dall’influenza dei parenti, del gruppo di amici, dalla suscettibilità ai modelli pubblicitari, dalla precocità dell’uso dell’alcol, dalla necessità psicologica di ricorrervi e dai fattori genetici in grado di far aumentare il rischio di dipendenza.

Bisogna prestare attenzione ai segnali e ai sintomi che potrebbero indicare un problema con l’alcol:

- Perdita di interesse nelle attività e negli hobby,

- Occhi rossi, parole biascicate e perdite di memoria,

- Difficoltà o cambiamenti nelle relazioni con gli amici, spesso caratterizzate dalla presenza di un nuovo gruppo di amici,

- Peggioramento dei voti e problemi scolastici,
- Sbalzi d’umore frequenti e comportamento difensivo. 

Sindrome di Wernicke-Korsakoff
La sindrome di Wernicke-Korsakoff è una malattia del cervello causata dalla carenza di tiamina.
CAUSE: L’encefalopatia di Wernicke e la sindrome di Korsakoff si ritiene siano due fasi della stessa condizione. L’encefalopatia di Wernicke è causata da cambiamenti dannosi nel cervello, di solito a causa della mancanza di vitamina B1 (tiamina). Una mancanza di vitamina B1 è comune nelle persone affette da alcolismo. L’abuso di alcol incide sulla ripartizione della tiamina nel corpo. Anche se una persona che beve alcol smodatamente segue una dieta ben bilanciata, la maggior parte della tiamina non viene assorbita.
La sindrome di Korsakoff, o psicosi di Korsakoff, tende a svilupparsi non appena i sintomi di Wernicke vanno via. La psicosi di Korsakoff comporta danni alle aree del cervello coinvolte con la memoria.
SINTOMI: I più comuni sono;
  • Perdita di memoria che può essere grave;
  • Perdita di coordinazione muscolare;
  • Instabilità (mancato coordinamento quando si sta in piedi);
  • Allucinazioni;
  • Modifiche nella vista;
  • Anormali movimenti oculari;
  • Vista sdoppiata;
  • Palpebre cadenti.
Possono anche comparire i sintomi da astinenza.
DIAGNOSI: L’esame del sistema nervoso e muscolare può mostrare danni come:
  • Riflessi diminuiti o anormali;
  • Problemi di andatura e coordinamento;
  • Debolezza muscolare;
  • Anormali movimenti oculari;
  • Bassa pressione sanguigna;
  • Bassa temperatura corporea;
  • Tachicardia (frequenza cardiaca).
I livelli di enzimi epatici o alcool nelle urine o sangue possono essere alti nelle persone che esagerano con l’alcool a lungo termine. Altre condizioni che possono causare carenza di tiamina sono:
  • AIDS;
  • Cancri diffusi in tutto il corpo;
  • Forte nausea e vomito durante la gravidanza (iperemesi gravidica);
  • L’insufficienza cardiaca;
  • Lunghi periodi di terapia endovenosa senza ricevere integratori di tiamina.
TERAPIA: Gli obiettivi del trattamento sono controllare i sintomi, ed evitare il peggioramento del problema. Alcune persone hanno bisogno di essere ricoverate per controllare i sintomi. Il controllo e la cura specializzata possono essere necessari se la persona è:
  • In coma;
  • In stato inconscio.
La tiamina (vitamina B1) può essere somministrata per iniezione in vena, in muscolo o in bocca. Questo può migliorare i sintomi di:
  • Confusione o delirio;
  • Difficoltà con la vista e nel movimento degli occhi;
  • Mancanza di coordinazione muscolare.
PROGNOSI: Senza trattamento, la sindrome di Wernicke-Korsakoff diventa sempre più grave e può essere un pericolo per la vita. Con il trattamento, è possibile controllare i sintomi, e rallentare o arrestare l’aggravarsi della malattia.
PREVENZIONE: Non bere alcolici o bere con moderazione e ottenere la nutrizione sufficiente a ridurre il rischio di sviluppare la sindrome di Wernicke-Korsakoff.

METABOLISMO DELL’ALCOOL
L’alcool ingerito viene metabolizzato a livello del fegato da un enzima , l’alcool deidrogenasi (ADH) che lo trasforma in acetaldeide. In questa reazione è coinvolto come coenzima il sistema NAD (nicotinaammide-adenin-dinucleotide) che viene ridotto a NADH.
L’acetaldeide viene trasformata successivamente in acetato attraverso l’uso dello stesso coenzima; l’acetato, insieme al coenzima A (Co-A) viene poi inserito nel ciclo di Krebs dove trova il suo destino metabolico. La conseguenza di questa reazione porta alla formazione di una grande quantità di NADH (forma ridotta) con consumo del NAD (forma ossidata). Si ha quindi un rapporto NADH/NAD nettamente aumentato rispetto al normale. Esiste la possibilita’ che l'alcool vada incontro ad una trasformazione per mezzo del sistema microsomiale ossidante dell'etanolo (MEOS); questo sistema enzimatico localizzato nel reticolo endoplasmatico utilizza come coenzima il nicotin - ammide - adenin - dinucleotide - fosfato (NADP).Anche in questo caso si viene a formare una grande quantita’ di NADPH (forma ridotta) a spese del NADP (forma ossidata).Questo sistema che nel normale c deputato ad altre funzioni in particolar modo al metabolismo dei farmaci, viene ad essere, per induzione enzimatica particolarmente sviluppato nell'alcolista con la capacita’ di metabolizzare quantita’ superiori di alcool. L'ossidazione di quest'ultimo a livello microsomiale (MEOS) non c accoppiata alla fosforilazione ossidativa per cui genera solo calore senza la formazione di legami ad alta energia. Questo comporta un consumo energetico pari alle calorie fornite dall'alcool all'organismo. In conseguenza nell'alcolista per lo sviluppo di questo sistema si ha una condizione di aumentato consumo di ossigeno come nell'ipertiroidismo. Questa spiegazione biochimica c alla base dell'osservazione sperimentale che l'alcolista, a cui vengono aggiunte calorie sottoforma di alcool oltre la sua dieta normale non guadagna peso contrariamente a quanto accade quando lo stesso quantitativo calorico viene fornito sottoforma di lipidi, carboidrati o proteine. Sembra abbia scarsa importanza nel normale e anche nell'alcolista il sistema metabolico che fa capo alle catalasi. Queste considerazioni metaboliche ci forniscono le ragioni del motivo per cui il bevitore abituale c capace di metabolizzare una quota di alcool superiore all'individuo normale: aumenta la clearence metabolica dell'etanolo e si ha inoltre un adattamento del sistema nervoso centrale al suo effetto.

ETILOMETRO
L'etilometro è uno strumento di misurazione utilizzato per determinare il valore dell'alcool, ovvero dell'etanolo contenuto nel sangue. In Italia sono omologati gli apparecchi in grado di misurare tale concentrazione attraverso l'analisi dellaria alveolare espirata.
L'etanolo, dopo essere ingerito, viene rapidamente assorbito dallo stomaco e dall'intestino tenue e si distribuisce in tutta l'acqua corporea (che, per l'organismo umano, ammonta a circa 0,55 l/kg). La maggior parte (circa il 90%) dell’etanolo viene metabolizzato nell'organismo, mentre una piccola parte viene eliminato nelle urine, nel sudore e nell’aria espirata: il rapporto di etanolemia (concentrazione di etanolo nel sangue) e aria alveolare è relativamente costante, 80 mg di etanolo per 100 ml di sangue producono 35 µg/100ml di etanolo nell'aria espirata. La concentrazione alcolemica viene indicata in g/l, in modo da determinare il superamento dei limiti fissati dal codice della strada attualmente pari a 0,5 g/l.
Il tasso alcolemico di un individuo non dipende solo dalla quantità di alcol ingerita, ma anche da molti altri fattori, come il peso (struttura corporea), lo stato di salute, l'età, il sesso e lo stato di digiuno o di sazietà (contenuto dello stomaco); infatti, il corpo umano assorbe l'alcool in parte mediante la parete dello stomaco e in parte dai tessuti intestinali; la gradazione alcolica e il contenuto dello stomaco determinano la velocità di assorbimento. Inoltre, alcuni farmaci, in particolare analgesici e tranquillanti, aumentano gli effetti negativi dell'alcol.
Sappiamo tutti che a stomaco vuoto si raggiunge in minor tempo la concentrazione massima di alcool nel sangue (massima alcolemia), mentre quando lo stomaco non è vuoto il cibo ritarda il passaggio dell'alcool all'intestino, così, il picco alcolemico viene raggiunto in tempi più lunghi, che variano a seconda di quanto si è mangiato. Come si può immaginare, è impossibile fare un conteggio preventivo esatto, specialmente se la dose alcolica assunta non è unica ma, come spesso accade, viene ripartita durante il pasto. Un'indicazione si può ottenere attraverso questo test, che permette di calcolare il tasso alcolemico in relazione all'altezza, al sesso e naturalmente alla quantità di alcol ingerita. Ad esempio, una concentrazione di 0,2 g/L di alcool nel sangue, si raggiunge, in un soggetto di circa 60 chili di peso, con l'ingestione a stomaco pieno di una lattina da 330 mL di birra (4,5 gradi), oppure un bicchiere da 125 mL di vino (12 gradi), oppure un bicchierino da 40 mL di superalcolico (40 gradi). 

Inoltre, l'anidride carbonica contenuta in alcune bevande alcoliche aumenta la velocità di assorbimento dell'alcool. Il peso di una persona influisce sul tasso alcolemico dal momento che l'alcool si distribuisce nei tessuti liquidi; pertanto, il quantitativo totale di acqua contenuto nel corpo influenza tale parametro: maggiore è il peso corporeo e superiore è lo spazio di diluizione dell'alcool ingerito; a parità di peso, un individuo con molto grasso ha meno acqua di una persona muscolosa e quindi raggiunge un tasso alcolico superiore a parità di dose alcolica ingerita.
Non deve sorprendere il fatto che fra i fattori che influenzano il dosaggio alcolemico, ci sia anche il sesso dell'individuo; infatti, le donne sono più vulnerabili all'alcool rispetto agli uomini e raggiungono livelli di alcolemia più elevati con quantità inferiori di alcool consumato e con una maggiore rapidità, dal momento che ci sono differenze metaboliche e fisiologiche fra i due sessi e le donne hanno, normalmente, un maggior quantitativo di tessuto adiposo. Per una donna, sono mediamente sufficienti 24 grammi di alcool per raggiungere il limite legale da non superare alla guida; per un uomo, invece, tale limite si raggiunge, in media, con 36 grammi di alcool.
Alcolemia (g/l)*
Effetti (indicativi)**
0,2 Socievolezza, espansività, rossore in volto
0,5 Diminuzione dei freni inibitori
0,8-1,2 Azione depressiva sui centri motori, perdita dell'autocontrollo e disturbi dell'equilibrio
1,2-2,0 Vera e propria ubriachezza, andatura barcollante
2,0-4,0 Perdita del tono muscolare, indifferenza all'ambiente circostante, assenza di reazione agli stimoli, immobilità, mutacismo
> 4,0 Incoscienza e coma, depressione respiratoria e cardiovascolare, morte
(*) L'alcolemia indica i livelli di alcol nel sangue e dipende in prima istanza dalla qualità e dalla quantità degli alcolici assunti
(**) Indicativi, poiché, a parità di alcolemia, gli effetti dell'alcol dipendono dalla tolleranza individuale alla sostanza; negli alcolisti, ad esempio, la gravità dell'intossicazione è minore, mentre gli adolescenti e le donne possono andare in coma etilico già superando i 2,5 grammi per litro; nei bambini alcolemie superiori ai 2 grammi / litro possono risultare fatali.
ALCOL IN GRAVIDANZA
Il rapporto tra alcol e gravidanza, è estremamente importante per le gravi conseguenze che l'alcol causa al nascituro. 
L'etanolo attraversa la placenta e arriva al feto ad una concentrazione di poco inferiore a quella ematica materna e, di conseguenza, anche i prodotti tossici del suo metabolismo lo raggiungono senza difficoltà espletando, così, la loro azione pericolosamente negativa sui tessuti in crescita e in formazione. Le cellule maggiormente colpite sono quelle cerebrali e l'intervento sul loro normale processo di sviluppo determina malformazioni. Il rischio permane anche per le donne alcoldipendenti da tempo che, pur sospendendo di bere durante la gravidanza, possono avere figli con disturbi alla nascita più o meno gravi. Ciò è dovuto probabilmente alle gravi lesioni, ormai irreversibili, indotte dall'alcol al corpo materno e alle carenze vitaminiche che si ripercuotono sullo sviluppo del bambino. Nei primi 3 mesi di gravidanza l'alcol determina i danni maggiori per il feto, addirittura spesso incompatibili per la sua vita. Il nascituro, che spesso nasce con difficoltà e prematuro, può essere colpito da malformazioni, da un ritardo mentale congenito, da una forma di mongolismo con una frequenza piuttosto elevata. Tutto ciò si verifica sia in donne dedite all'alcol durante la gravidanza sia in quelle che si sono astenute dal bere durante la gestazione, ma che avevano abusato di alcol precedentemente. Inoltre chi beve trascura sempre la dieta, e questo non deve succedere durante la gravidanza, perché l'alimentazione corretta in tale periodo è di fondamentale importanza.
Quand
o la donna beve, deve assolutamente rivolgersi ai normali presidi terapeutici per l'assistenza pre e post parto e per avere tutte le informazioni e gli aiuti possibili. L'allattamento al seno di una donna etilista provoca nel bambino un'intossicazione, perché l'alcol ingerito dalla madre si distribuisce rapidamente dal sangue alla ghiandola mammaria. Oltre a tutto questo, è necessario aggiungere che il bambino, quando è riuscito a sopravvivere, deve essere seguito con particolare attenzione nel suo sviluppo fisico, motorio e psichico.
La terapia è essenziale per la donna che beve. Spesso la sintomatologia della etilista viene affrontata con la somministrazione di tranquillanti e antidepressivi. Questa prescrizione 
deve essere fatta usando una particolare attenzione e sotto stretto controllo medico anche 
in considerazione del fatto che quasi la metà delle donne alcoliste associa normalmente e in modo autonomo l'abuso alcolico con l'uso di psicofarmaci.

LA SINDROME ALCOLICO FETALE
La Sindrome Alcolico Fetale o Fas (Fetal Alcohol Syndrome), è la principale conseguenza dell’abuso di alcol nel corso di una gravidanza, determinando l’insorgere di molteplici sintomi, che coinvolgono lo sviluppo del feto, con danni sia a livello strutturale che comportamentale. La Fas ha un’incidenza di circa 3 neonati su 1000 con dati destinati ad aumentare in particolari categorie sociali, cioè in ambienti di degrado familiare, con storie di alcolismo in famiglia, di depressione o di violenza. Tuttavia in molti casi può bastare anche l’assunzione di una sola bevanda alcolica al giorno, perché i metaboliti dell’etanolo danneggino il feto.
Di questa sindrome si è iniziato a parlare solo alla fine degli anni ’70, precisamente nel 1968, quando un gruppo di studiosi francesi, analizzò una serie di malformazioni fetali e ne attribuì la comparsa all’abuso di alcol da parte della madre, nel corso della gestazione, aprendo così la strada ad una serie di studi, finalizzati all’analisi dell’azione tossica dell’acetaldeide (il prodotto del metabolismo dell’alcol), sullo sviluppo fetale.
La Fas si presenta con una varietà di sintomi quali, malformazioni cranio-facciali, danni alle aree cerebellari, malformazioni scheletriche, oculari, talvolta anche gastrointestinali ed epatiche, oltre a deficit dell’accrescimento e a disturbi dell’apprendimento. Tutti questi disturbi sono stati raggruppati sotto il titolo di “spettro di disordini feto-alcolici”, indicati con la sigla Fae.
MALFORMAZIONI E SINTOMI
I sintomi riconducibili a questa sindrome possono essere classificati in malformazioni ad organi ed apparati e disturbi comportamentali e dell’apprendimento.
Le malformazioni organiche, sono causate dagli effetti tossici dei prodotti metabolici dell’alcol, tra cui l’acetaldeide, durante il primo trimestre di gravidanza, quando sta avvenendo la formazione degli organi e della struttura scheletrica fetale. Molto diffuse sono le malformazioni cranio facciali, la riduzione della circonferenza cranica, la riduzione della mascella e, della struttura mandibolare, malformazioni al viso, particolarmente alle palpebre, con riduzione delle fessure oculari, riduzione del labbro superiore. Durante il primo trimestre di gravidanza, l’esposizione del feto all’alcol, può determinare una riduzione della massa cerebrale, degli emisferi cerebrali, a livello del corpo calloso, in alcuni ma piuttosto rari casi, si manifesta microcefalia. Il nervo ottico è una delle strutture maggiormente colpite dall’effetto tossico dell’alcol, con una ipoplasia del nervo e, riduzione della capacità visiva.
Tuttavia ad essere coinvolta non è solo la struttura cerebrale ed il volto, ma anche l’assetto di altri organi fondamentali, quali il cuore, nel quale sovente si manifesta un’anomalia al setto ventricolare ed in casi più gravi una ipoplasia alla parete dell’arteria polmonare, che può causare la morte.
A livello del sistema scheletrico si manifesta principalmente un danno alle strutture articolari, un ritardo nella crescita, ad esempio a livello della “sinostosi radio-ulnare”, problemi allo sviluppo della colonna vertebrale, come una scoliosi pronunciata.
In alcuni casi più rari, si manifestano tra i disturbi legati alla Fas, danni al fegato e danni gastrointestinali, quali neuropatie gastrointestinali e infiammazioni croniche.
I disturbi legati al comportamento, si manifestano soprattutto in pazienti esposti all’alcol nella seconda metà della gravidanza e, spesso possono essere riscontrati intorno ai 4-5 anni di età, quando appaiono evidenti disturbi nella crescita e nell’apprendimento. Prevenire questo tipo di Sindrome non è così semplice, la possibilità di intervenire in casi di soggetti a rischio, in gestanti con problemi di alcolismo e di abuso di sostanze (farmaci, droghe naturali o artificiali), mediante un sostegno ed un supporto, con una terapia nutrizionale adeguata, una terapia disintossicante, un’indagine genetica per evidenziare possibili mutazioni di cui è portatrice la gestante, che con fattori esterni, potrebbero amplificare la possibilità di manifestare malformazioni (Eredità multifattoriale, perché dipendente da fattori genetici, ambientali, chimici, nutrizionali).
Ad esempio sarebbe importante l’assunzione di vitamine anti-ossidanti come la Vitamina C, la Vitamina E, come l’acido retinoico per consentire un corretto sviluppo della crescita, garantendo il mantenimento dell’integrità delle strutture di membrana, delle membrane basali indispensabili per la formazione dei tessuti e l’organizzazione delle cellule.
PREVENZIONE
La Fas è un’affezione invalidante permanente che debilita l’individuo sia a livello mentale che fisico. Tuttavia è una sindrome prevenibile al 100% se si evita di assumere alcolici in gravidanza.
Attualmente non c’è una cura per la Fas, ma l’identificazione e la diagnosi precoce della malattia permettono di fornire ai bambini che ne sono affetti servizi e forme di assistenza mirati. La Fas è al contempo un problema medico e sociale: i dati epidemiologici dimostrano che, nonostante l’evidenza degli effetti dannosi correlati all’abuso di alcol, l’incidenza della Fas è in aumento.
Questo è primariamente dovuto alla mancanza di un’adeguata consapevolezza nell’opinione pubblica, che tende ad associare il problema della Fas all’assunzione di bevande superalcoliche, sebbene possa risultare pericolosa per il feto anche una moderata assunzione di birra e di vino.
Dal punto di vista medico, finché non viene identificato il danno indotto dall’alcol, è difficile suggerire misure preventive efficaci. Tuttavia alcune indicazioni generali possono risultare utili:
  • la somministrazione di antiossidanti (vitamina E, C e beta-carotene), nell’ipotesi che l’alcol determini il danno attraverso la generazione di radicali liberi
  • l’uso di fattori antiapoptosici
  • la somministrazione di acido retinoico, per favorire il normale sviluppo dell’embrione.
Una prevenzione efficace deve articolarsi su più livelli:
  • informare le donne in gravidanza e i loro partner sul rischio rappresentato dall’alcol per il nascituro. Il consumo di alcol senza rischi per il bambino non esiste, pertanto le donne incinta farebbero bene a rinunciare completamente all’alcol o a limitarlo il più possibile
  • riconoscimento tempestivo da parte del medico del rischio correlato ad una gravidanza esposta all’alcol. Una cura tempestiva può aiutare il feto a svilupparsi in modo sano, anche nel caso in cui sia già stato esposto a grandi quantità di alcol
  • sensibilizzazione della popolazione sulla necessità di rinunciare all’alcol in gravidanza. Gli argomenti su cui insistere sono: i pericoli per il nascituro, l’assunzione di responsabilità da parte di partner e familiari, l’uso di un contraccettivo efficace per le donne sessualmente attive e dedite all’alcol (poiché potrebbero rimanere incinta e non saperlo per varie settimane ed oltre).
Dati epidemiologici
In Italia, pur registrando negli ultimi decenni una riduzione dei consumi e della mortalità correlata, il consumo di alcol rimane a livelli alti.
Il modello di consumo tradizionale, caratterizzato dal bere vino quotidianamente durante i pasti, sta progressivamente cambiando verso un consumo di alcol al di fuori dei pasti oltre che ad un aumento dell'uso non quotidiano.
Si rileva anche un cambiamento nel tipo di bevande consumate: diminuisce il consumo di vino e birra e aumenta quello di alcolici come aperitivi, amari e superalcolici.
36.000.000 di consumatori di bevande alcoliche, di questi almeno:
9.000.000 di consumatori presentano comportamenti a rischio di danno per la salute individuale (consumo giornaliero non moderato, episodi di binge drinking, consumo fuori pasto almeno una volta alla settimana)
1.000.000 sono alcolisti

Tra le persone di età superiore agli 11 anni, consuma alcol il:
· 65,7% della popolazione generale;
· 78,9% della popolazione maschile;
· 53,4% della popolazione femminile.
Consumo fuori dai pasti
Tra le persone di 11 anni e più, consuma alcol al di fuori dei pasti il:
· 46,7% degli uomini;
· 26,9% delle donne.
Comportamenti di consumo a rischio:
Nel 2010, il 16,1% della popolazione di 11 anni e più ha avuto almeno un comportamento a rischio:
· il consumo alcolico giornaliero non moderato (14,3% degli uomini e 3,6% delle donne) riguarda soprattutto gli anziani sopra i 65 anni, probabilmente perchè mantengono comportamenti acquisiti nel corso della vita senza essere consapevoli dei maggiori rischi per la salute che si manifestano con l'avanzare dell'età;
· il binge drinking (5/6 o più bicchieri di bevande alcoliche consumate in un'unica occasione) coinvolge il 16,6% dei giovani, in particolare tra i 18-24 anni con un rapporto maschi e femmine pari a tre;
· il consumo di alcol nei giovani di 11-15 anni riguarda il 13,6% dei ragazzi, ed è considerato un comportamento a rischio: l'OMS infatti raccomanda l'astensione totale dal consumo alcolico fino ai 16 anni.

Opinioni!
L' alcol ormai fa parte della nostra società, della nostra alimentazione, della cultura e della vita dell' uomo. Penso che affrontare la prevenzione dell’ alcolismo sia quasi impossibile..poiche’ credo che sia diventata anche una moda, soprattutto tra i giovani ubriacarsi e abusare di una sostanza altamente dannosa non solo per se stessi ma, in alcune occasioni, anche per gli altri. Sembra difficile diventare alcolisti ma non lo è...anzi.. è anche fin troppo facile; ognuno può avere le sue motivazioni che lo spingono a bere.. chi più serie chi meno, come ad esempio lo stress, la debolezza della persona che ne abusa, ed anche la presenza di una società che continua a disorientare.

SIMONA BUCCI 5B ECONOMO DIETISTA.

Sitografia:
http://www.farmacoecura.it/droga/alcolismo-sintomi-effetti-test-pericoli-tehttp://www.cedostar.it/documenti/laboratorio.pdfrapia/#introduzione
http://www.freecannabis.ch/Metabolismo-dell-alcol.html

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